Bud Spencer è vivo, si è solo trasferito in Corea, si chiama Ma-Seok Do, è un pezzo di gigante che ti sfracella con una manata, e somiglia tanto a mio cugino (acquisito) Ciro. Solo che Ciro ha ereditato dal padre, secondo i canoni del nepotismo meridionale, un tranquillo posto in banca, Ma-Seok dedica la vita e la forza bruta a ristabilire la giustizia in “Roundup”, K-Movie estremamente adrenalinico e catartico del 2022, presentato al Florence Korea Film Fest e visibile ancora per una settimana su My Movies. Interessantissima la trama geosociale del poliziottesco in salsa kimchi, che vede Ma-Seok recarsi in Vietnam dove scopre un losco giro di sequestri e omicidi di coreani facoltosi ad opera di un autentico psicopatico di nome Kang. Il bandito pare abbia come solo interesse smembrare persone a colpi di machete e intascare soldi vivendo peraltro in luridi ambienti. Affascinante la rappresentazione del Vietnam, contrapposto all’avanzatissima Corea, come paese sporco, disordinato, fonte di pericoli per i cittadini coreani e al tempo stesso luogo prediletto di espatrio per i coreani cattivi. I quali vagabondano tra Vietnam, Corea, Cina e Filippine, fuggendo in avventurose navi cargo. Se ci deve essere un Sud della corea del Sud, un luogo del male, proiettiamolo altrove. Al di là degli eccessi, nei criminali è tratteggiata la figura dello psicopatico puro, che tratta gli altri come oggetti, cadaveri in divenire, si interessa solo ai soldi, e se nutre un sentimento è l’odio, che alla fine lo perde. Una personalità antiumana per far fronte alla quale ci vogliono forza e coraggio sovrumani, questo pare dirci l’ennesimo poliziottesco anche se coreano. Alla fine, il male è universale, anche se a volte usa strumenti vistosi come il machete.
Bud Spencer a Seoul
Un poliziottesco a colpi di machete