Il Cane di Akim Bornhak fiuta all’indietro le tracce degli ingredienti

Il Cane di Akim Bornhak fiuta all’indietro le tracce degli ingredienti

Chi è Akiz? Dietro questo pseudonimo si cela ma non tanto Akim Bornhak, classe ’69, nato in Germania e di nazionalità tedesca. Akiz/Akim è un talentoso regista pluripremiato, ma anche uno scultore e pittore, che con il romanzo Il cane, in Italia pubblicato da Mondadori (pp. 192, 19 euro) fa ora il suo esordio nella narrativa. Ma chi è il Cane?

È un uomo giovane e dalle origini oscure – si dice sia kosovaro, e che sia rimasto a lungo prigioniero – e dal parlare smozzicato. Ma ha anche il dono del gusto assoluto. Sa ascoltare i sapori fin nella loro anima, raggiungendo i campi in cui sono stati coltivati, o gli animali da cui provengono. Come l’ayahuasca, i rarissimi piatti da lui cucinati hanno il dono di provocare nelle persone profonde rivelazioni su se stessi, e in effetti vengono considerati al pari di una droga.

A raccontare al lettore del Cane è un io narrante che rimarrà anonimo per tutto il romanzo, e lo accompagnerà nel dipanarsi della narrazione che prende avvio dal sordido chiosco di kebab del brutale Vaslav, e conduce i nostri eroi picareschi allo scintillante El Cion. Un ristorante di grido, gestito dal cuoco-star Valentino, quasi caduto in rovina per aver picchiato un cliente.

Il Cane e il suo anonimo amico entreranno fortunosamente a far parte della brigata di El Cion, dove a farla da padroni sono stress, rivalità, droghe che servono a reggere i ritmi impossibili. L’ingresso del Cane nella brigata del ristorante sconvolgerà delicati equilibri ed esaspererà vecchie ruggini, fino a un finale che contrasta con il tono scanzonato di buona parte del libro.
Si è naturalmente parlato di un testo che si ispira a Kitchen confidential di Anthony Bourdain, anche se Akiz dichiara di essersi voluto ispirare all’opposizione tra le infernali cucine e la paradisiaca sala da pranzo, mondi separati dal passe. Questo è però oramai un filone variamente diffuso in letteratura e in generi differenti. Ciò che invece rimane impresso è l’animo, straziato e straziante, del Cane, creatura quasi ortesiana.

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