L’Arno e altro ancora nei paesaggi minimali di Guido Spaini

L’Arno e altro ancora nei paesaggi minimali di Guido Spaini

Amico prediletto e curatore di alcuni scritti della poetessa Alda Merini, Guido Spaini ha migrato dalla Lombardia alla Toscana 16 anni fa, in seguito di un aneurisma che ha richiesto una paziente riabilitazione. Da Marina di Pisa, eletta a luogo di residenza, non è più tornato indietro. Piacentino di nascita, Spaini ha il merito di avere inventato in Italia, ospitati nelle vaste sale del Castello di Belgioioso a Pavia, “Parole nel tempo”, il festival della piccola editoria, che ha tenuto banco nel mondo della cultura italiana per vent’anni, dal 1990 al 2010.

Marina di Pisa e l’Arno

Guido Spaini
Guido Spaini nell’immagine di copertina

In giro per l’Italia per i suoi impegni al castello e altrove, cura con la sua agenzia la comunicazione di eventi artistici. A Marina di Pisa, però, torna sempre, nella realizzazione di un desiderio da sempre avuto: vivere vicino, vicinissimo al mare. Quello spazio di terra e di mare e di fiume, l’Arno, percorso incessantemente, ama ritrarlo nelle sue foto, sempre pronto con macchina fotografica al seguito. Foto che, pubblicate su Facebook durante il primo lockdown, hanno attirato l’attenzione di un editore, EclipseArte, che si è offerto di pubblicare le foto. Ad una condizione: che fosse l’editore stesso a dare il titolo al libro e alle foto.

Quasi geometrie

È nato così Quasi geometrie, libro di paesaggi minimali, immoti, quasi tutti silenti, di rive, di giustapposizioni di terra, mare, acqua, di suore che passeggiano sulla battigia con la veste alzata, oppure contemplano il mare da una panchina. Paesaggi ritagliati in composizioni ordinate, che fanno dire al curatore, Leonardo Conti, che non si capisce se siano realtà esterne o interne all’autore. Parlano, di certo, di una realtà quieta, che non sente l’affanno del tempo, che da spazio alla contemplazione. Di un mare che non è certo quello estivo, ritratto una sola volta nella selva di ombrelloni in Horror vacui. Ma dove sedie vuote attendono osservatori o lettori, dove si pesca, dove spesso la vista è deserta e incorniciata da frangiflutti.

Non mancano altri scorci: alberi solitari o in filari, i botteghini a serrande abbassate del mercato, strutture metalliche, un cimitero di semplici croci affondate nei fiori di campo. Tutto invita lo spettatore a entrare in quel silenzio e a farne parte.

È vissuto abbastanza a Marina di Pisa, Guido Spaini, per diventare un nativo al punto tale di vedere i luoghi come i nativi stessi? Oppure il suo sguardo da lontano apporta quel quid in più proprio dei viaggiatori? Sarà interessante scoprirlo.

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